BOLOGNA – I giovani cristiani delle diverse confessioni hanno preparato e partecipato alla Veglia ecumenica di giovedì 23 gennaio 2025 nel Seminario Arcivescovile di Bologna. Un’occasione per promuovere l’unità dei cristiani attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni.
La veglia ecumenica: i giovani al centro del cammino verso l’unità
Giovedì 23 gennaio 2025, il Seminario Arcivescovile di Bologna ha ospitato una veglia ecumenica dei giovani, un appuntamento significativo all’interno della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. L’evento ha coinvolto ragazzi e ragazze di diverse confessioni cristiane — cattolici, ortodossi, evangelici e anglicani — che si sono riuniti per un momento di preghiera comune e una condivisione conviviale.
L’iniziativa, come ha spiegato Don Andres Bergamini, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, ha un valore speciale: “Il fatto che ci facciamo guidare dai giovani è un segno molto bello per il futuro delle nostre comunità, perché se loro vivono insieme anche questi appuntamenti, allora possiamo sperare bene per il futuro”. Ha inoltre espresso gratitudine per l’ospitalità del Seminario.
Un anno giubilare: speranza e dialogo
Don Marco Bonfiglioli, rettore del Seminario Arcivescovile, ha sottolineato l’importanza di accogliere questo evento proprio nell’anno giubilare, un tempo di grazia e rinnovamento: “Il seminario diocesano volentieri accoglie questo momento di preghiera in questa settimana e in questo anno che è l’anno giubilare. È un anno che vuole invitare tutti ad avere speranza e credo che questo sia un bel segno”.
La serata si è articolata in momenti di preghiera, testimonianze e canti. Sammy, giovane appartenente alla Chiesa evangelica della Riconciliazione, ha pronunciato l’omelia, offrendo una riflessione intensa sull’unità cristiana: “Ortodossi, cattolici, evangelici, sì, lo vedo, ma nonostante quello che vedo io nel mio cuore riesco a credere che la Chiesa è una, perché è fuorviante pensare a una Chiesa unita mentre dobbiamo imparare a pensare alla Chiesa una”.
Superare le barriere per riscoprire la fratellanza
Il pastore della Chiesa evangelica della Riconciliazione ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una fratellanza autentica, capace di andare oltre le barriere confessionali e ideologiche: “Scoprire una fratellanza che va al di là delle barriere confessionali, delle teologie, delle ideologie, e che ci permette di incontrarci come fratelli in ambienti diversi… Alla fine, ognuno ha la sua storia, ma la nostra storia è cambiata quando abbiamo incontrato Gesù. Senza di Lui il nostro cristianesimo non ha senso”. Le sue parole hanno risuonato come un invito a mettere Cristo al centro di ogni percorso di unità.
L’impegno e la gioia della preparazione
Matteo Cattani, seminarista che si è occupato dell’organizzazione dell’evento, ha detto: “Nell’organizzazione ognuno ha portato ciò che era in grado di fare o di preparare: la Chiesa ortodossa ha portato le candeline, qualcuno di noi ha contribuito con i canti, gli evangelici hanno inviato un organista. È arrivata una ragazza dall’Ohio, un’anglicana… Le provenienze erano davvero le più variegate”.
Cattani ha poi sottolineato come mettere insieme sensibilità e aspettative diverse non sia stato semplice, ma il risultato finale ha superato le difficoltà: “Sono contento di ciò che è venuto fuori e spero lo siano anche quelli che sono venuti stasera”.
La veglia ecumenica dei giovani a Bologna è stata un esempio concreto di dialogo e collaborazione tra cristiani di diverse confessioni. In un contesto di preghiera e convivialità, l’evento ha rappresentato un segnale di speranza per il futuro dell’unità cristiana. Le testimonianze e i momenti condivisi hanno dimostrato che, nonostante le differenze, è possibile costruire una comunione autentica fondata sulla fede in Cristo. Un messaggio che i giovani, con il loro entusiasmo e impegno, hanno saputo incarnare pienamente.