BOLOGNA – Venerdì 17 ottobre 2025 si è svolto il dialogo tra Father Chris Williams (Chiesa anglicana) e Padre Ioan Chirila (Chiesa ortodossa Romena) sul tema «Allora l’opera della giustizia sarà la pace» Is 32,17, nella Chiesa Anglicana di S. Croce di via a Bologna.
La serata è stata pensata dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Bologna, come momento di riflessione per il Tempo del Creato 2025, che ogni anno riunisce le comunità cristiane di tutto il mondo (vedi il sito dedicato).
Il video integrale dell’incontro
Father Chris Williams ha iniziata con la potente immagine del profeta Isaia: un mondo in rovina, segnato da desolazione, paura, guerre e crisi ambientale. Father Chris Williams, sacerdote anglicano proveniente da Firenze, non ha negato questa realtà, anzi, l’ha nominata con coraggio. Ha sottolineato, però, che la speranza cristiana non è un ottimismo ingenuo, ma la scelta di dire la verità davanti a Dio, amare un mondo ferito e rifiutare di abbandonarlo al suo destino.
La pace promessa dalla Scrittura – ha spiegato – non è semplicemente assenza di guerra. È lo Shalom, una pienezza di vita che coinvolge i rapporti con Dio, con il prossimo e con il creato. Allo stesso modo, la giustizia non è principalmente punizione, ma l’atto di ristabilire l’ordine buono di Dio: sollevare i poveri, accogliere lo straniero e custodire la terra.
La risposta non siamo noi: è lo Spirito che rinnova
Uno dei passaggi più significativi dell’intervento di Father Chris è stato quello sul ruolo dello Spirito Santo. Il cambiamento non nasce dai nostri sforzi frenetici, ma è un dono che viene “dall’alto”. È lo Spirito creatore (Ruach) – lo stesso che aleggiava sulle acque all’inizio e che è stato effuso a Pentecoste – a far fiorire i deserti.
L’ordine è chiaro e irrevocabile: è dallo Spirito che scaturisce la Giustizia, dalla Giustizia nasce la Retitudine e da questa matura il frutto della Pace. La Chiesa, quindi, è chiamata a essere il popolo in cui la giustizia “impara ad abitare” e la pace “impara a dimorare”, diventando un segno concreto del futuro che Dio ha in serbo per l’umanità.
Il testo proposto da Father Chris Williams in inglese e in italiano
La pace interiore e l’“uomo celeste”: la prospettiva ortodossa
Padre Ioan Chirila, teologo ortodosso romeno, ha arricchito il dialogo portando la profondità della tradizione spirituale orientale. Partendo dallo stesso brano di Isaia, ha delineato un cammino di trasformazione interiore tipico della Filocalia: un percorso che, attraverso la purificazione, l’illuminazione e la theosis (deificazione), conduce l’uomo alla pace autentica.
Ha parlato del passaggio dall’“uomo terreno” all’“uomo celeste”, citando San Paolo. Il peccato ha offuscato in noi la “somiglianza” con Dio, ma in Cristo siamo chiamati a riacquistarla. Attenzione, ha precisato: non diventiamo Dio, ma entriamo in Dio, partecipando alla sua vita. È un processo di umile trasformazione che ci rende strumenti di pace e riconciliazione per tutto il creato.
Padre Ioan ha anche ricordato la figura del teologo rumeno Dumitru Stăniloae, definendolo un gigante del XX secolo la cui riflessione sulla “Liturgia Cosmica” mostra come l’Eucaristia sia il luogo per eccellenza in cui inizia questa trasformazione.
Un’unica chiamata: essere costruttori di pace insieme
Nonostante le diverse accentuazioni, il dialogo ha rivelato una straordinaria convergenza. Entrambi i relatori hanno insistito sul fatto che giustizia e pace non sono ideali astratti, ma fioriscono laddove lo Spirito di Dio è accolto e messo in pratica.
Dalla giustizia sociale alla cura del creato, dall’impegno per la verità all’accoglienza del diverso, la chiamata è concreta. La Chiesa, nella sua ricchezza di tradizioni, è invitata a camminare con coraggio, a chiedere lo Spirito in mezzo alle sue rovine, a cercare la giustizia e a attendere con fiducia il frutto della pace, perché un mondo stanco e ansioso possa “percepire il profumo di un futuro diverso”.
L’incontro si è chiuso non come una semplice conferenza, ma come un invito all’azione e alla speranza, rafforzato dalla gioia di averlo vissuto insieme, come fratelli in Cristo.
La comunità anglicana, molto accogliente, ha infine offerto un rinfresco per rafforzare la convivialità e lo spirito fraterno.








