MOSCA – Con la solenne concelebrazione nella Cattedrale Cattolica della Madre di Dio a Mosca, si è conclusa la breve visita del Cardinale Matteo Zuppi che ha raggiunto come Inviato del Papa la capitale della Federazione Russa.
Nella solennità liturgica dei santi apostoli Pietro e Paolo, il Cardinale ha concelebrato con l’Arcivescovo Paolo Pezzi e con i vescovi della Trasfigurazione a Novosibirsk, Joseph Werth, il vescovo ausiliare Nicolai Gennadevich Dubinin, il Nunzio Apostolico Mons. Giovanni d’Aniello e il responsabile della comunità armeno-cattolica in Russia. Era presente anche il Metropolita ortodosso Niphon, rappresentante a Mosca del Patriarca ortodosso di Antiochia, con alcuni membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Federazione e numerosi fedeli cattolici.
Il Cardinale ha tenuto, all’inizio dell’omelia, che è stata tradotta da un sacerdote locale, un breve saluto in lingua russa: Il Cardinale ha ricordato che nonostante le loro differenze, i due santi apostoli sono sempre celebrati in modo congiunto: “un cristiano non è mai isolato, non pensa mai da solo, non sta mai da solo”. “L’unità è il frutto del Vangelo che ci insegna a pensare insieme. L’unità non è data dal potere, ma dal servizio reciproco”. “L’unità richiede comunicazione e include sempre tutti e tutto. Non dovremmo mai smettere di cercarla, perché la divisione cresce in indifferenza, si insinua quando c’è una mancanza di amore”.
La Chiesa, ha detto ancora il Cardinale è una madre e cerca sempre la pace con pazienza e fermezza per riconnettere ciò che ha diviso il male. Come Madre, la Chiesa invoca instancabilmente il dono della pace, perché il dolore di ogni persona è il suo dolore. Questo è l’unico motivo della missione che stiamo vivendo in questi giorni, la missione che il successore di Pietro voleva, che cerca di fare di tutto per garantire che l’attesa di pace che si innalza dalla terra sia presto soddisfatta.
In precedenza, il Cardinale aveva incontrato l’assistente del Presidente della Federazione Russa per gli affari esteri Yuri Ushakov e commentando questo incontro l’Arcivescovo Paolo Pezzi ha osservato che “l’argomento principale dei negoziati è stata la questione umanitaria relativa ai rifugiati, compresi i minori”. L’inviato di Papa Francesco ha anche incontrato il commissario presidenziale per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, che in seguito ha espresso fiducia nel proprio canale su Telegram che “l’amore e la misericordia cristiani aiuteranno nel dialogo e nella comprensione reciproca”.
Momento importante della visita è stato l’incontro con Kirill patriarca di Mosca e di tutta la Russia, che ha accolto il Cardinale ricordando il suo prezioso servizio nella diocesi di Bologna. “Quando sorge una tensione speciale tra paesi e popoli, – ha detto il Patriarca – le chiese non dovrebbero farsi da parte, ma dovrebbero partecipare al lavoro volto alla riconciliazione e allo sviluppo di relazioni forti e, soprattutto, allo sviluppo della comprensione reciproca. È molto importante che le comunità cristiane dell’Oriente e dell’Occidente partecipino al processo di riconciliazione”.
In una intervista concessa a Vatican News, l’Arcivescovo Paolo Pezzi ha detto che “non ci aspettiamo molto dalle decisioni umane: invece, speriamo di poter trovare un modo per sperimentare la pace che Dio ci dà. La sua Provvidenza voleva che questo viaggio si svolgesse in un momento difficile per la convivenza civile in Russia”. Come risultati concreti della missione del cardinale Zuppi, secondo l’arcivescovo di Mosca, “potremmo assistere a gesti specifici, come un nuovo scambio di prigionieri o l’annuncio di iniziative per sostenere molti rifugiati la cui migrazione è avvenuta a causa di questo conflitto”.
Al momento non ci sono dichiarazioni da parte del card. Zuppi che al suo ritorno in Italia, presenterà i risultati della sua visita al Santo Padre.