Guerra in Terra Santa

Incontro commemorativo in sinagoga del 7 ottobre 2024

Presenti autorità religiose e civili tra i quali mons. Stefano Ottani, il sindaco Matteo Lepore, alti rappresentanti delle forze dell’ordine

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BOLOGNA – Lo scorso 7 ottobre si è tenuta nella Sinagoga di Bologna una Solenne cerimonia commemorativa per ricordare tutte le vittime del 7 ottobre 2023, per pregare per la liberazione degli ostaggi e il ritorno della pace.

Presenti, oltre a molti membri della comunità ebraica bolognese, anche tante autorità religiose e civili tra i quali il vicario generale mons. Stefano Ottani, il sindaco Matteo Lepore, alti rappresentanti delle forze dell’ordine, che hanno voluto testimoniare la vicinanza e l’amicizia in questo momento di dolore per quanto è avvenuto un anno fa in Israele: un eccidio che ha dato origine, nel vicino Vicino Oriente, ad un conflitto particolarmente cruento che continua tuttora.

Molto toccante e partecipato è stato il momento dell’accensione delle candele del ricordo, candele poste sopra un vassoio al centro della sinagoga, in ricordo delle vittime. E’ seguito un lungo e articolato discorso del presidente della comunità ebraica di Bologna, Daniele de Paz, che ha evidenziato la gravità del momento che stiamo vivendo, ricordato le vittime innocenti dell’una e dell’altra parte e l’aumento dei casi di antisemitismo e antisionismo che, purtroppo anche da noi in Italia, stanno condizionando negativamente la vita di tanti ebrei e delle loro comunità.

Al termine, dopo la preghiera di benedizione e la preghiera per i defunti chiamata Kaddish, è seguito il suono dello Shofar. Il ministro del culto ebraico, Marco del Monte, ha ricordato che, secondo la tradizione ebraica, l’antico suono di questo corno di montone è un richiamo all’unione alla riflessione e al ricordo. I suoni rappresentano il percorso della vita: i suoni lisci evocano i periodi di stabilità e pace; quelli vibrati e spezzati evocano i suoni del pianto. In ogni momento il suono tende verso l’alto a rammentarci di porre sempre il nostro sguardo verso l’Alto ed affidarci all’Eterno, Il quale porterà salvezza certa, rappresentata dal suono finale, liscio e prolungato.

Rosh ha-Shanà

Qualche giorno prima, l’ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso aveva inviato alla comunità ebraica di Bologna, un messaggio di auguri per il capodanno ebraico, che riportiamo:

Cari amici della Comunità Ebraica di Bologna shalom!

L’anno ebraico in corso 5784 sta per concludersi e, a nome della chiesa di Bologna, del nostro cardinale, e  della commissione Diocesana per il dialogo Ecumenico e Interreligioso, vorremmo farvi i nostri migliori auguri per Rosh ha-Shanà. Il nostro augurio e la nostra speranza è che il nuovo anno porti pace e prosperità. L’anno che si sta concludendo infatti, è stato caratterizzato da tanta sofferenza, tanti conflitti non risolti, tante vittime.

Per il prossimo 7 ottobre, il Patriarca di Gerusalemme ha indetto una giornata di digiuno, preghiera e penitenza per ricordare l’inizio di questo tempo doloroso che ci sta lacerando. Crediamo di potere fare nostre queste sue parole scritte nella lettera inviata il 26 settembre alla sua diocesi: “Anche noi abbiamo però il dovere di impegnarci per la pace, innanzitutto preservando il nostro cuore da ogni sentimento di odio, e custodendo invece il desiderio di bene per ciascuno. E poi impegnandoci, ognuno nei propri contesti comunitari e nelle forme possibili, a sostenere chi è nel bisogno, aiutare chi si sta spendendo per alleviare le sofferenze di quanti sono colpiti da questa guerra, e promuovere ogni azione di pace, di riconciliazione e di incontro”.

Ci uniamo pertanto in preghiera per chiedere con forza la pace e, come ci ricorda il salmo, “Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero. Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva. Il Signore protegge quanti lo amano, ma disperde tutti gli empi”.

Il nuovo anno sia occasione di riconciliazione e di incontro, e aiuti tutti i popoli, soprattutto quelli che si riconoscono figli di Abramo, a trovare soluzioni per le grandi sfide che abbiamo davanti per il futuro e per il bene dell’umanità.
Shanà Tovà!

 

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