17 gennaio

La giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei in sinagoga 2025: gli interventi di Del Monte, Prati e il card. Zuppi

Il teIl giubileo, un’occasione per riflettere sul rapporto dell'uomo con la natura e sull’umanità stessa

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BOLOGNA – Presso la sinagoga di Bologna, si è svolto l’incontro di approfondimento sul tema del Giubileo, in occasione della giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei. L’iniziativa è stata promossa dall’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo e dalla comunità ebraica di Bologna.

Il tema centrale è stato il Giubileo, sia nella tradizione ebraica che cattolica, con un focus particolare sul concetto di riposo della terra, la cura del creato e la relazione tra uomo e mondo.

Marco Del Monte, ministro di culto ebraico, ha parlato del Giubileo (Yovel) come anno sacro che si svolge ogni 50 anni, sottolineando l’importanza della liberazione, del ritorno alle radici e del legame tra uomo, terra e Dio. Del Monte ha spiegato che il Giubileo si raggiunge dopo sette cicli di sette anni, un tempo di riposo per la terra e di ritorno alla libertà per gli uomini. Ha evidenziato come il suono del corno (Shofar) annunci l’inizio del Giubileo, simbolo di passaggio e liberazione, e come questo strumento rappresenti l’uomo stesso, creato dalla terra e animato dal soffio divino. Del Monte ha collegato il concetto di Giubileo alla festa di Shavuot (Pentecoste), sottolineando come il percorso di 49 giorni nel deserto rappresenti la liberazione dalla schiavitù e culmina nella ricezione della Torah, simbolo di libertà. Ha evidenziato anche la connessione tra legge e libertà, spiegando come la legge divina sia un cammino verso la speranza e la rettificazione.

L’intervento integrale di Marco Del Monte

La riflessione di Marco del Monte sul valore della libertà e della terra

Anita Prati, docente di lettere classiche, ha approfondito il tema del Giubileo, inteso come tempo speciale, legato al rapporto tra spazio e tempo. Ha sottolineato come il Giubileo inviti a lasciare riposare la terra, a non sentirsi padroni di essa, e come il pellegrinaggio nel Giubileo cristiano rappresenti un passaggio attraverso la terra, riconoscendola come luogo di passaggio. La Terra è descritta come un giardino che non appartiene all’uomo, ma a Dio, richiedendo una relazione responsabile e reciproca tra l’umanità e il creato. Il concetto di giardino rappresenta un luogo simbolico e concreto di speranza, armonia e spiritualità, intrecciando dimensioni interiori ed esteriori della vita. La riflessione culmina nel richiamo all’eredità di Ildegarda di Bingen, che celebrava l’unità tra microcosmo e macrocosmo attraverso la “viriditas”, forza vitale e divina che permea tutto il creato. Il Giubileo diventa così un invito a vivere in comunione, riconoscendo il sacro in ogni essere e aprendo le vite alla gioia dell’alterità e dell’armonia universale.

L’intervento integrale di Anita Prati

L’intervento di Anita Prati giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei

Durante l’evento, sono stati proposti momenti musicali da Emanuela Marcante e Daniele Tonini.

Al termine dell’incontro, il cardinale Zuppi e il presidente della comunità ebraica Daniele de Paz hanno firmato una dichiarazione comune, sottolineando l’amicizia tra le due comunità, rinnovata nonostante le sfide e le divisioni globali1. Hanno fatto un appello alla pace in Medio Oriente, chiedendo la fine delle ostilità, e sottolineando l’importanza del dialogo e della collaborazione per affrontare le sfide attuali.

Il testo della dichiarazione congiunta Zuppi – De Paz per la Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei e per la pace in Medio Oriente.

In questi lunghi mesi di profonda sofferenza e di immenso sgomento per la guerra in Medio Oriente, noi, il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, sentiamo il bisogno di elevare unanimemente la nostra voce.

Le nostre comunità, cattolica ed ebraica presenti nel tessuto di Bologna, sono unite da un legame di profonda amicizia e rispetto reciproco. Un legame che si rinnova, nonostante le sfide e le divisioni che attraversano il mondo.

La giornata del 17 gennaio è da anni dedicata al dialogo e all’amicizia tra cattolici ed ebrei. Quest’anno il tema scelto è il giubileo che, come ci ricorda il libro del Levitico, è un tempo santo, di grazia e di rinnovamento, sia per il creato sia per le persone. Siamo invitati a essere “pellegrini di speranza”.

Vogliamo dunque testimoniare un’unità ancora più profonda, di fronte alla tragedia che si consuma in Medio Oriente. Condanniamo con fermezza ogni forma antisemitismo, di violenza e di odio.

Il nostro cuore è straziato dal dolore per tutte le vittime, troppe, per le persone coinvolte in questo conflitto, sia israeliane che palestinesi, ad iniziare dal tragico attacco terroristico del 7 ottobre e per quanti sono stati travolti da questa guerra, con le sue tragiche conseguenze. Sentiamo in particolare un profondo dolore per i bambini, le vittime innocenti di ogni guerra. Ogni bambino che muore è una promessa di futuro che viene spenta, un lutto per tutta l’umanità.

Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà, ai responsabili politici e religiosi, affinché si impegnino al massimo per porre immediatamente fine alle ostilità. È urgente che il fuoco cessi, che le armi tacciano e che il dialogo prenda il posto della violenza.

Rinnoviamo il nostro impegno per la pace, che non è solo assenza di guerra, ma costruzione attiva di giustizia, riconciliazione e rispetto reciproco. Che i nostri gesti e le nostre parole siano semi di speranza in un terreno tanto provato dal dolore. Ognuno di noi, nel proprio ambito, può e deve fare la propria parte.

Invitiamo tutti a pregare e a lavorare affinché la speranza possa prevalere sull’odio, e affinché un futuro di pace e di giustizia possa finalmente giungere per il popolo israeliano e per il popolo palestinese.

 

 

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