BOLOGNA – Durante l’evento tenutosi nella Sinagoga di Bologna il 14 gennaio 2025, Anita Prati ha offerto una riflessione sul significato del Giubileo come tempo speciale in cui il legame tra spazio e tempo è ristabilito attraverso gesti di cura e armonia. La Terra è descritta come un giardino che non appartiene all’uomo, ma a Dio, richiedendo una relazione responsabile e reciproca tra l’umanità e il creato.
Il concetto di giardino rappresenta un luogo simbolico e concreto di speranza, armonia e spiritualità, intrecciando dimensioni interiori ed esteriori della vita. La riflessione culmina nel richiamo all’eredità di Ildegarda di Bingen, che celebrava l’unità tra microcosmo e macrocosmo attraverso la “viriditas”, forza vitale e divina che permea tutto il creato. Il Giubileo diventa così un invito a vivere in comunione, riconoscendo il sacro in ogni essere e aprendo le vite alla gioia dell’alterità e dell’armonia universale.
Il significato profondo del giubileo
Anita Prati ha aperto il suo intervento citando una canzone attribuita al Rabbino Berdyshev, evidenziando la centralità del “tu” come simbolo di una relazione dialogica fondamentale per l’esistenza umana. Seguendo le riflessioni di Martin Buber, Prati ha sottolineato come il dialogo rappresenti il fondamento dell’umano, una reciprocità che valorizza le differenze e favorisce un fecondo scambio di doni.
Quest’anno, la Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei si inserisce nel contesto del Giubileo proclamato dalla Chiesa Cattolica per il 2025, offrendo l’opportunità di esplorare le radici comuni e le consonanze tra il giubileo cristiano e quello ebraico. Prati ha riflettuto su come entrambi condividano un carattere “speciale”, inteso come tempo di remissione, misericordia e perdono. Ma che cosa rende davvero speciale il giubileo?
Tempo e spazio: una relazione inscindibile
Il giubileo non può essere compreso senza considerare la relazione tra tempo e spazio. Nel Levitico, il giubileo è descritto come un lungo sabato in cui la Terra viene restituita a Dio. Questo riconoscimento della Terra come proprietà divina sottolinea che l’uomo è solo un custode temporaneo. Nel cristianesimo, il pellegrinaggio e l’apertura della Porta Santa rafforzano simbolicamente il concetto di passaggio e il legame con lo spazio.
Prati ha proposto una lettura del giubileo come uno “snodo spazio-temporale”, richiamando l’unità originaria tra queste due dimensioni, persa con la modernità. La separazione tra spazio e tempo ha portato allo sfruttamento della Terra e alla mercificazione del tempo, causando disarmonia nella vita umana e ambientale.
Il giardino come simbolo di speranza
Nel cuore della riflessione di Anita Prati si trova l’immagine del giardino, un luogo che rappresenta l’armonia tra spazio e tempo. Ispirandosi al biologo paesaggista Gilles Clément, ha descritto il giardino come “spazio del tempo”, dove il gesto di cura diventa espressione di speranza e di futuro. Nel giardino, la dimensione temporale si espande e il tempo diventa creativo, sfuggendo alle logiche prestazionali della modernità.
Questa metafora si intreccia con la visione biblica del mondo come giardino, un dono da coltivare e custodire. Papa Francesco, nell’enciclica Laudato Si’, invita a riconoscere la reciprocità responsabile tra uomo e natura, sottolineando che ogni gesto di cura apre alla speranza.
La lezione di Ildegarda di Bingen
Prati ha poi richiamato la figura di Ildegarda di Bingen, santa e teologa del XII secolo, che vedeva la “viriditas”—la forza vitale divina—presente in tutte le creature. Questa visione sinfonica della vita invita a riconoscere l’interconnessione tra microcosmo e macrocosmo, promuovendo una relazione armonica con Dio, con il creato e con se stessi.
Ildegarda esprimeva questa visione attraverso testi e musiche che scandivano la vita quotidiana del suo convento. La profondità spirituale dei suoi inni, come il responsorio O nobilissima viriditas, celebra la speranza e la promessa di un futuro riconciliato con il divino e con la natura.
Conclusione: un invito all’armonia
Concludendo il suo intervento, Anita Prati ha ribadito il valore del dialogo come strumento per costruire armonia. L’incontro tra cattolici ed ebrei, con le loro storie e fedi diverse, rappresenta un’opportunità unica per riscoprire il valore della reciprocità e della condivisione. La giornata del dialogo, così profondamente intrecciata con il senso del giubileo, ci invita a vedere il tempo come un dono da restituire a Dio e lo spazio come un luogo da custodire con cura. Attraverso gesti concreti di cura e apertura, possiamo ricostruire l’armonia perduta, dando vita a un futuro più giusto e sostenibile.
Qui l’articolo integrale dell’intervento pubblicato su settimananews.