Tempo del Creato 2025

Pace con il creato: la camminata ecumenica a Casteldebole

Il Consiglio delle Chiese Cristiane si è riunito per camminare sul tema "Pace con il Creato" e sul simbolo del "Giardino di Pace."

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CASTELDEBOLE – Domenica 12 ottobre 2025, le comunità cristiane di Bologna si sono riunite in un momento di preghiera, riflessione e impegno ecumenico per celebrare il Tempo del Creato, percorrendo insieme un cammino di circa 1,5 km nella zona di Casteldebole, culminato con una preghiera presso la Chiesa Ortodossa Romena di via Olmetola.

La celebrazione è avvenuta in ritardo rispetto al periodo canonico (1° settembre – 4 ottobre) ma in comunione con i percorso ecumenico globale, unendo Cattolici, Ortodossi e Protestanti sotto l’egida del Consiglio delle Chiese Cristiane di Bologna.

Il Cammino di Ascolto e Fraternità

La preghiera ha avuto inizio presso la Chiesa Parrocchiale di Casteldebole, presieduta dal parroco don Lorenzo Guidotti. La giornata è stata posta sotto il segno della speranza e dell’unità, invocando lo Spirito Santo perché ispiri la cura per il creato e semini pace e speranza nel mondo. Il cammino, lungo 1,5 km, si è snodato in due soste dedicate all’ascolto della Parola e alla meditazione biblica.

La prima Sosta ha portato i fedeli a meditare sul passo di Genesi 8, 20-22. Il pastore Daniele Bouchard della Chiesa Evangelica Metodista ha riflettuto sul conflitto tra il Creatore e le creature. Ripercorrendo il racconto del Diluvio e il pentimento di Dio, Bouchard ha evidenziato che il Signore non elimina la maledizione perché l’umanità non è cattiva, ma al contrario: l’intento del cuore umano è incline al male, e se Dio distruggesse tutto ogni volta, non darebbe alcuna possibilità alla sua creazione. La soluzione divina è la promessa solenne di non maledire più la terra, gestendo il conflitto attraverso il patto, cioè “il dialogo, l’impegno… e non un imperio”. Questa promessa garantisce che “Fin che durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno”.

La seconda Sosta ha offerto una riflessione sul testo di Isaia 55, 1-6. Il pastore Giacomo Casolari della Chiesa Evangelica della Riconciliazione ha esortato i partecipanti a un approccio a Dio caratterizzato dall’umiltà e dal bisogno: “Venite, comprate senza danaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete danaro per ciò che non è pane? e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia?”. Casolari ha sottolineato che l’avvicinamento al Signore deve avvenire “senza pretese, senza diritti,” riconoscendo la propria povertà e umanità. Usando la metafora della calamita, ha invitato a offrire a Dio la propria parte “negativa” affinché il Creatore possa attirarci e tenerci saldi.

Il Giardino di Pace e la Preghiera Ecumenica

All’arrivo in via Olmetola, nella Chiesa Ortodossa Romena, si è svolta la benedizione di sei piccoli alberi. Questi alberi, rappresentativi delle confessioni cristiane, saranno messi a dimora nel giardino in restauro adiacente alla chiesa, appena sarà possibile. come segno della volontà di costruire “nella fraternità un rapporto nuovo e di pace con il Creato”. La preghiera letta chiedeva al Signore di far sì che le piante, radicate nella carità, crescano “insieme come alberi di vita nel giardino del tuo regno” e che la loro ombra diventi “rifugio di pace per ogni cuore”.

La successiva celebrazione ecumenica di preghiera, presieduta dal parroco padre Trandafir Vid, ha ribadito il tema “Pace con il Creato” e il simbolo del “Giardino di Pace”. È stata riconosciuta la grave situazione critica del Creato, causata da modelli di sfruttamento, consumismo, guerre e teorie economiche che antepongono il profitto alla sostenibilità. La liturgia è stata un momento di profonda unione, includendo la lettura del Salmo 148 e una Confessione di Peccato. I fedeli sono stati invitati a riconoscersi “causa di conflitti e distruzioni,” inchinandosi profondamente verso la Terra che è stata “sfruttata e ferita”.

L’Opera della Giustizia è la Pace

Don Andres Bergamini (Chiesa Cattolica), ha proposto una riflessione sul testo profetico di Isaia 32: 14-18. Don Bergamini ha ricordato la profezia del palazzo abbandonato e della città resa deserta, simboli di un potere lontano dai comandi di Dio. Tuttavia, questa desolazione perdurerà solo “finché su di noi sia sparso lo Spirito dall’alto e il deserto divenga un frutteto”.

L’intervento di Dio, che rende il deserto un giardino, chiama i cristiani all’azione: “l’opera della giustizia sarà la pace”. Don Bergamini ha specificato che la giustizia non è solo un dono dall’alto, ma richiede il “servizio della giustizia” operato da noi, contro ogni opera di sopraffazione. Ha concluso esortando a unire le forze umane con l’opera dello Spirito, affinché “le nostre chiese camminino unite e che ogni popolo possa abitare nella tua dimora di pace”.

La celebrazione si è conclusa con la professione del Credo Nicenocostantinopolitano e la recita del Padre Nostro, unendo la preghiera al “gemito della Creazione”. La speranza finale è stata riaffermata: Dio perdona i peccati e permette al suo popolo di abitare in “un territorio di pace, in abitazioni sicure, in quieti luoghi di riposo” (Is 32,18). L’evento è stato sigillato da un momento conviviale, segno tangibile di fratellanza e unità ritrovata.

Il libretto delle celebrazione

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