Bologna, 28 maggio 2025 – Un pomeriggio di intensa spiritualità ha unito simbolicamente Oriente e Occidente cristiano nel cuore di Bologna. Mercoledì 28 maggio, ai piedi della venerata icona della Madonna di San Luca, giunta in Cattedrale per la consueta settimana di permanenza, si è levato l’inno Akathistos alla Madre di Dio, intonato da un nutrito gruppo di sacerdoti ortodossi della diocesi romena in Italia.
Una celebrazione intensa, nel segno dell’unità
I celebranti erano i parroci dei due decanati della Chiesa Ortodossa Romena presenti in Emilia-Romagna, riuniti in un gesto di devozione e fraternità davanti a una delle icone più care alla città. Un momento che ha risuonato non solo di preghiera, ma anche di una testimonianza viva dell’integrazione della comunità romena nel tessuto religioso e sociale bolognese.
La celebrazione è avvenuta in un periodo particolarmente significativo per la cristianità: il 1700° anniversario del Concilio di Nicea (325 d.C.), il primo concilio ecumenico della Chiesa, in cui venne affermata la divinità di Cristo contro le tesi ariane. La fede nicena, professata nel “Credo”, è il fondamento condiviso da tutte le confessioni cristiane. Risuonare l’Akathistos in questo contesto è stato dunque anche un segno di comunione dottrinale e spirituale.
La comunità ortodossa romena: una presenza stabile e vitale
Con oltre un milione di residenti, i romeni rappresentano oggi la più numerosa comunità straniera in Italia. In Emilia-Romagna se ne contano circa 100.000, dei quali un quarto nel solo territorio bolognese. La loro presenza, favorita da legami culturali e linguistici con il nostro Paese, ha portato anche alla costituzione di una rete ecclesiale articolata, guidata dalla diocesi ortodossa romena d’Italia, nata nel 2008 sotto la guida del Vescovo Siluan Șpan.
All’inizio del 2025, questa diocesi ha firmato un’Intesa con il governo italiano, secondo l’articolo 8 della Costituzione, che la riconosce come interlocutore religioso ufficiale dello Stato. In attesa della ratifica parlamentare, si tratta di un traguardo storico per la comunità ortodossa romena, che consolida così la propria presenza nel panorama spirituale e istituzionale italiano.
L’Akathistos: un ponte spirituale tra le Chiese
L’Akathistos, inno mariano tra i più antichi e venerati della tradizione orientale, è un canto che risale al primo millennio della Chiesa. Composto da una serie di lodi poetiche rivolte alla Vergine, richiama l’Annunciazione e celebra la maternità divina di Maria, come strumento del mistero dell’Incarnazione. In questo incontro di voci e lingue, la preghiera si è fatta ponte tra le confessioni, ricordando che Maria è madre comune a tutti i cristiani.
Un gesto che parla al cuore dell’Europa cristiana
In un tempo segnato da conflitti, migrazioni e trasformazioni sociali, il momento vissuto in Cattedrale rappresenta un segno profondo di pace e di speranza. Bologna, crocevia di popoli e culture, continua a farsi spazio di dialogo e accoglienza, dove la fede si traduce in gesti concreti di comunione.
Nel silenzio raccolto della navata, mentre l’icona della Madonna di San Luca vegliava su sacerdoti e fedeli, si è compreso come il linguaggio della preghiera, quando nasce dal cuore, non conosca frontiere. E come, ancora oggi, Maria possa unire i cristiani attorno al mistero dell’Incarnazione, che tutti riconoscono e professano.